Trasfigurazione del Signore
6 agosto 2023
Dal Vangelo secondo Matteo (17,1-9)
1Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 5Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento.
Ascoltatelo». 6All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete».
8Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
9Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
La festa della Trasfigurazione è di solito collocata nel cammino della Quaresima, nella terza domenica, per sottolinearne il senso: nel percorso indicato da Gesù verso Gerusalemme, dove avrebbe “dovuto soffrire molto e morire”, pone per i discepoli un segno di speranza, manifestando ad alcuni di essi la sua gloria, la sue vera identità. Il 6 agosto ricordiamo comunque questa festa, e qui collocata inizialmente in oriente, secondo la tradizione, 40 giorni prima della festa dell’Esaltazione della Croce che già si celebrava il 14 settembre. È stata poi inserita nel calendario liturgico Romano da papa Callisto III come ringraziamento per la vittoria ottenuta sui Turchi a Belgrado nel 1456, battaglia che probabilmente decise le sorti della cristianità dopo la caduta di Costantinopoli. Noi poi in questa data ricordiamo, più recentemente, la morte di Papa Paolo VI nel ’78 e la caduta della bomba ad Hiroshima nel ’45.
Ma torniamo alla Parola di Dio. Pietro, lo abbiamo sentito nella seconda lettura, ricorderà l’essenziale di quell’episodio, capace così di coinvolgere anche i suoi ascoltatori, nel ricordo della voce che identificava proprio in Gesù la Parola definitiva, solida, “lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino”. Il resto dell’evento, che troviamo simile anche negli altri sinottici, ha riferimenti con i testi biblici della Prima Alleanza, per sottolinearne la qualità dell’esperienza (tenda: festa delle capanne; Elia e Mosè: i Profeti e la Legge; timore: ogni volta che si incontra Dio; non temete: la risposta di Dio di fronte al timore dell’uomo; nube: che copriva la tenda della testimonianza durante il pellegrinaggio nel deserto…). Un brano dunque carico di elementi simbolici che lo rendono impegnativo per gli ascoltatori! A noi che lo ascoltiamo oggi appare forse troppo costruito per essere vero; ci rimane però quello che anche Pietro ha ricordato alla sua comunità: l’esperienza di amicizia vissuta con Gesù e con alcuni suoi amici, un Gesù che con la sua vita comunica a noi una Parola/Evento (qualcosa cioè che scompagina il nostro modo abituale di pensare) che fa chiarezza nella nostra vita, soprattutto quando le situazione ci appare più buia ed ingarbugliata. Un Gesù che offre una speranza che non semplicemente rassicura, ma che è capace piuttosto di dare senso anche alle difficoltà e ci permette di rimanere forti nella lotta contro il male in noi e attorno a noi.
Come cristiani in questo mondo siamo dunque invitai a vedere con gli occhi di Dio la realtà per poter fin da ora agire come agirebbe lui, nella continua ricerca di Dio, del bene per ogni uomo e donna, di ciò che rende il creato una bella casa comune per tutti.
PREGHIERE DEI FEDELI
“Nella Chiesa c’è spazio per tutti, nessuno è inutile, nessuno è superfluo”. Perché l’esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù permetta ai giovani di sperimentare l’accoglienza gioiosa della Chiesa. Preghiamo
Il papa ha pregato, in occasione della GMG di Lisbona, anche a Fatima affinché la santa Vergine ottenga al mondo un duraturo tempo di pace. Perché la Chiesa sia la casa della gioia in cui tutti possano entrare. Preghiamo
La festa del Perdon d’Assisi voluta da san Francesco per “mandare tutti in paradiso”, ci aiuti a sperimentare la misericordia del Signore e la gioia del suo perdono. Preghiamo.
Il colpo di stato del Niger è soltanto l’ultima espressione di una crisi democratica legata a crisi umanitarie, economiche e di sicurezza che ha colpito il Sahel. Perché la comunità internazionale si adoperi a ripristinare l’ordine nel Paese, evitando le ingerenze dei Paesi stranieri. Preghiamo
“Per porre fine alla guerra nell’Europa dell’est occorre fermare l’invio di armi, e impegnarsi invece perché vengano avviati dialoghi di pace”. Perché il comunicato congiunto di 30 associazioni e movimenti ecclesiali sostenga l’iniziativa di pace promossa dal Papa. Preghiamo
Il 2 agosto abbiamo celebrato la Giornata di Commemorazione dell’Olocausto dei Rom, nel giorno in cui 4.000 di loro furono sterminati ad Auschwitz. Perché si offra a questo popolo la possibilità di uscire dalla propria situazione, superando preconcetti e discriminazioni. Preghiamo
Dopo 10 anni dal sequestro di Padre Dall’Oglio, la Chiesa sappia ancora sfidare pregiudizi e regimi, percorrendo coraggiosamente i sentieri dei conflitti e dell’odio per portare speranza e umanità. Preghiamo