XI Domenica del tempo ordinario – 16 Giugno 2024

di | Giugno 15, 2024

XI Domenica del tempo ordinario

16 Giugno 2024

Dal vangelo secondo Marco (4,26-34)

26E diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che abbia gettato la semente sulla terra, 27e sia che dorma sia che si svegli, di notte e di giorno, la semente germoglia e cresce, come egli stesso non sa. 28La terra porta frutto spontaneamente: prima erba, poi spiga, poi il grano pieno nella spiga.

29Quando però il frutto lo consente, egli subito invia la falce perché ormai la messe è pronta».

30E diceva: «A cosa assimileremo il regno di Dio e con quale parabola lo presenteremo? 31E come un chicco di senape, che, quando è seminato sulla terra, è il più piccolo di tutti i semi che sono sulla terra, 32ma, una volta seminato, viene su e diventa il più grande di tutti gli ortaggi, e fa rami talmente grandi che sotto la sua ombra possono prendere dimora gli uccelli del cielo».

33E con molte parabole simili egli annunciava loro la Parola, secondo quanto erano capaci di ascoltare; 34anzi, senza qualche parabola non parlava loro, ma in disparte, ai propri discepoli, spiegava ogni cosa.

 

La situazione che si trovò ad affrontare Gesù non risulta molto diversa da quella dei nostri tempi (ma forse da quella di tutti i tempi)! Come giustificare la potenza di Dio che si manifestava in Gesù Cristo, Figlio di Dio, con la piccolezza dei segni che si potevano effettivamente constatare? Che è poi la domanda di sempre di fronte alla croce: può una persona, che muore condannata come terrorista, essere considerata il Dio da tutti auspicato e da molti atteso? L’ideale che si vuol far passare posto in questi termini fa dunque acqua da tutte le parti se considerato dal punto di vista della normale modalità con cui si guardano le persone che hanno autorità e potere! Gesù (la prima comunità cristiana e noi) si trovava nella necessità di aiutare a far passare prospettive differenti per comprendere la portata degli eventi, altrimenti inconcepibili e fuorvianti. Ecco allora che, come il suo solito attraverso le parabole, cerca di introdurre nella mente degli ascoltatori modi differenti di interpretare quanto accadeva. La parabola che precede il brano di oggi è quella che conosciamo del seminatore: Dio non guarda alla capacità dei terreni di portare frutto prima di seminare, lui semina sempre, ovunque e in abbondanza, perché confida sull’efficacia della sua Parola piuttosto che sulla capacità delle persone di accogliere o meno la sua Parola. Poi abbiamo ascoltato come la sua Parola è capace di svilupparsi al di là dell’intervento positivo o negativo dell’uomo su di essa. Inoltre per quanto appaia piccolo l’apporto che la Parola può dare, questa può manifestarsi in modalità insperate e ben superiori alle aspettative. Non che i discepoli abbiano capito tutto dopo questi discorsi, ma Gesù ha instillato in loro il dubbio che ci possono essere modalità differenti di leggere la realtà. Loro quindi, sconcertati dalla morte di Gesù, hanno potuto far tesoro di queste sue pillole di saggezza per poter poi comprendere come la sua morte in croce poteva essere letta non come una sconfitta (“Speravamo fosse lui a liberare Israele” come dissero i discepoli di Emmaus allontanandosi da Gerusalemme) ma come l’espressione più evidente di chi, rispettando la nostra libertà e cercando il nostro bene, è stato disposto a rinunciare all’uso della violenza per eliminare la violenza che subiva, accettando piuttosto di farla propria, dimostrando così che mai e nulla potrà ostacolare il suo progetto che da sempre è contrassegnato dal porre l’altro e il suo bene al centro della sua attenzione.

Nel nostro contesto come cristiani siamo chiamati a risaltare questa modalità di vedere la realtà, altrimenti il modo diffuso di pensare distorce non solo il modo di vedere le cose ma anche, di conseguenza, il modo di affrontarle. Ritenere che le soluzioni che incrementano le spese militari e le armi di distruzione sia il modo più efficace per affrontare i problemi di sperequazione di questo mondo, è fuorviante! Spostare gli investimenti da sanità ed istruzione per incrementare spese atte ad arginare il numero sempre più elevato di persone che fuggono dal proprio Paese perché impossibilitate a viverci, è voler palesemente evitare di riconoscere l’evidenza delle migrazioni ormai inevitabili, visti i contesti sociali, economici e climatici che abbiamo creato! Fare nostro il punto di vista di Dio, che da sempre guarda le situazioni così come le vedono gli scartati di questa terra, ci permette di avere una chiave di lettura in più importante per poter poi compiere scelte significative, non per mantenere il proprio status di vita di fronte ai cambiamenti, ma per poter cambiare il nostro status di vita affinché tutti possano vivere una vita migliore e più degna!

 

PREGHIERE DEI FEDELI

Il seme è la Parola di Dio, il seminatore è Cristo. Donaci, o Signore, di accogliere e far germogliare in noi il seme della tua Parola con opere di pace, imparando a perdonare per essere perdonati, facendo della prossimità uno stile di vita, e sapendo donare a tutti sorrisi e buone parole di vicinanza. Preghiamo

L’incontro dei G7 in Puglia,  a cui ha partecipato anche Papa Francesco, non rimanga uno dei tanti incontri tra capi di governo in cui si è parlato delle problematiche del mondo attuale: guerra, cambiamento climatico, nuove tecnologie… Si agisca piuttosto lasciando da parte gli interessi dei singoli stati o dei gruppi di potere, e si lavori per una visione più ampia, aperta al bene dell’intera umanità, con attenzione particolare agli scartati delle società e a quelli che soffrono maggiormente. Preghiamo

Signore Gesù, ti preghiamo per i nostri nuovi amministratori comunali e per i parlamentari europei: favoriscano il dialogo tra le diverse posizioni, affinché ogni decisione venga presa nell’interesse della collettività, e nel rispetto di ogni persona e dell’ambiente in cui viviamo. Preghiamo

In questa stagione estiva, i ragazzi e i giovani che parteciperanno alle attività proposte dalla nostra Unità Pastorale e dalla Diocesi, siano aperti ad accogliere le nuove occasioni di vera amicizia e di confronto, per crescere nella fede e nella fratellanza. Preghiamo

Ti presentiamo, Padre amorevole, quanti sono ammalati all’ospedale o in casa di riposo, chi soffre in carcere, e chi si sente solo. Siano circondati da persone che possano sostenerle e tramettere il tuo Amore. Preghiamo