XX Domenica del tempo ordinario – 18 Agosto 2024

di | Agosto 17, 2024

XX Domenica del tempo ordinario

18 Agosto 2024

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,51-58)

51Il pane vivo disceso dal cielo, sono io! Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno. E il pane che io darò, è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei continuavano a dibattere tra loro, dicendo: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Dice dunque loro Gesù: «Amen amen vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete vita in voi! 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha vita eterna – e io lo risusciterò nell’ultimo giorno! 55La mia carne, infatti, è vero cibo, il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me, e io in lui. 57Come/poiché il Padre, il Vivente, ha inviato me, e io vivo grazie al Padre, così chi mangia di me vivrà grazie a me. 58Questo è il pane disceso dal cielo, non come mangiarono i vostri padri e morirono. Chi mangia questo pane, vivrà in eterno!»

59Queste cose disse – insegnando in sinagoga a Cafarnao.

 

Giovanni si rivolge ad una comunità che aveva iniziato a sperimentare la gioia che nasceva dal porsi a servizio degli altri, certo anche la fatica ma l’intima convinzione che agire  in questo modo era il meglio che la persona poteva desiderare (un po’ come una madre che si sacrifica per il figlio -anche qui cosa oggi non sempre scontata-, fa questo non per un vantaggio immediato, ma perché la gioia del figlio amato diventa la propria gioia). Una logica che non solo i giovani, ma anche gli adulti faticano a comprendere ai nostri giorni, dove l’individualismo prevale, dove l’ottenimento di un vantaggio immediato è prioritario al bene che all’altro posso dare!. A chi cerca ciò che è vero buono, giusto in sé – e non per me!-, a chi gioisce per il dono ricevuto e non tanto per quello che si è ottenuto col proprio sforzo… a persone come queste Giovanni suggerisce un passo avanti ulteriore, proponendo lo stile del Cristo.

Cerchiamo di capire meglio i termini usati dall’evangelista. Per carne non si intende i muscoli… ma la parte debole, fragile e precaria della persona… tutta l’umanità destinata alla morte fisica. L’invito dunque è a fare nostra l’umanità del Cristo. Forse può stupirci che il riferimento non è la perfezione assoluta, ma l’imperfezione della nostra vita, vissuta però non come un peso che ci schiaccia, ma come una opportunità per ricercare nella vita con gli altri una ricchezza da condividere, una pienezza da costruire. Come dire: i cinque pani e due pesci spezzati e distribuiti divengono occasione per sfamare una moltitudine!

Il sangue era cosa proibita agli ebrei, che ritenevano che la vita della persona era nel sangue e quindi esso appartiene a Dio (anche oggi gli ebrei osservanti prima di mangiare le carni, dissanguano gli animali, versando il sangue per terra, come per restituirlo a Dio). In questo senso si tratta dunque della proposta di condividere la stessa vita del Cristo.

Cristo ci chiede di condividere la sua umanità -il suo stile di vita- nella quale possiamo sperimentare una vita significativa, bella, non solo perché ha senso, ma anche perché riesce a identificare un fine bello per ogni situazione di vita, anche la più difficile! Gesù ha cercato un senso positivo anche nell’affrontare la sua morte.

I tratti descritti attraverso l’immagine della carne e del sangue sono dunque quelli esistenziali, non teorici o intellettuali! Il rito, che ripropone quello del Cristo all’interno del quale ha tratteggiato i passi principali del suo modo di affrontare le situazioni, ci educa ad uno stile di vita qualificato, certo sintetizzato, ma capace di imprimere modalità significative al nostro esistere.

Certo occorre prima, come dicevamo, apprezzare una vita che dà vita agli altri (non che la succhia!). Ora se questo è il presupposto della mia vita (e già c’è molto da fare per raggiungere questo) la proposta del Cristo qualificherà ulteriormente le mie scelte e la mia vita.

 

PREGHIERE DEI FEDELI

Per il popolo di Dio, per il Papa, i vescovi e tutti i pastori: la partecipazione all’Eucaristia doni a tutti il coraggio di fare della propria vita un ringraziamento per quanto abbiamo ricevuto gratuitamente da Dio. Preghiamo:

Per i responsabili politici e gli amministratori: la ricerca della Pace superi ogni contesa e volontà di predomino, per affrontare le sfide del nostro tempo e abbattere i muri di discriminazione e di morte che affliggono i popoli. Preghiamo:

Per i popoli in guerra, in particolare palestinesi e israeliani, ucraini e russi: perché i colloqui tra i responsabili dei Paesi conducano a soluzioni che rispettino i diritti di tutti, e costruiscano occasioni di riconciliazione, per evitare che il rancore e l’odio abbiano il sopravvento. Preghiamo:

Per coloro che soffrono ogni specie di dolore e di male: i cristiani, rafforzati dalla partecipazione all’Eucaristia, dono del Cristo per amore nostro, sappiano imitare il Buon Samaritano nel prendersi cura di tutti. Preghiamo:

Per il popolo della Repubblica Democratica del Congo: la beatificazione di tre saveriani e un sacerdote -di cui due di origine vicentina- sostenga la fede di quella popolazione nell’affrontare le attuali sfide nel Paese, tra cui la preoccupante epidemia del Vaiolo delle scimmie. Preghiamo:

Per la nostra comunità: l’ascolto della Parola e la condivisione del Pane di Vita, ci renda vigilanti nella speranza, nella fede e nella carità, per essere qualificati segni della presenza Risorto fra le vicende della nostra storia. Preghiamo: